RITRATTI - Muse, pioniere, donne: Natalia Ginzburg

"Il grande conforto che sentii nel vedermi davanti quel mattino la sua figura che mi era così familiare, dopo tante ore di paura e solitudine, ore in cui avevo pensato ai miei lontani e che non sapevo se avrei riveduto". 
Così parlava di Adriano Olivetti in Lessico Familiare Natalia Ginzburg. È il 1942 e Natalia sta aspettando il ritorno del marito a casa.

Nat (Natalia Levi) nasce a Palermo nel 1916 in un'agiata famiglia ma è Torino, dove trascorrerà infanzia e adolescenza, a fare da sfondo alla sua formazione letteraria e politica ed è qui che incontrerà Leone Ginzburg, suo primo marito, docente di letteratura russa, cofondatore nel 1933 della casa editrice Einaudi, cospiratore antifascista, il quale sarà barbaramente massacrato e ucciso in carcere a Roma.

Nel 1950 sposa Gabriele Baldini e quelli a seguire saranno anni di una grandissima produzione letteraria (pubblicare ti fa bene) le scriverà dal Leone dal carcere. Lessico Famigliare che le varrà il Premio Strega sarà pubblicato nel 1963; è il suo romanzo autobiografico nel quale Nat raccoglierà i ricordi di famiglia e ne scriverà con ironia e un sincero affetto, raccontando altresì un periodo storico delicato assieme a poderosi compagni: Italo Calvino, Cesare Pavese, Elsa Morante e Alberto Moravia Adriano Olivetti e Cesare Garboli.

Sul finire degli anni sessanta si impegnerà attivamente nella vita politica e culturale del Paese, come le aveva consigliato Leone, che le suggerirà con affetto di fare attività sociale per essere vicina alle persone, per cui il marito spesso era l'unico ponte di passaggio.
In Piccole Virtù scriverà, < noi non possiamo mentire nei libri e non possiamo mentire in nessuna delle cose che facciamo >.
Natalia Ginzburg è una musa di giustizia e lealtà verso se stesse prima e verso gli altri poi, nonché una scrittrice fondamentale del '900 italiano.

Nelle biblioteche di e su Natalia Ginzburghttps://bit.ly/3NaaNo6

A cura di Cecilia Minghi